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il blog del bianconiglio

Stati Genderali: L'intervento del tavolo hiv al palermo pride

7/18/2022

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All’interno degli Stati Genderali del movimento LGBTQIA+ associazioni, collettivi e singole persone riportano l’attenzione sull’HIV. 

La trascrizione degli interventi di Porcahontas (Conigli Bianchi) e di Vitto (Laboratorio Smaschieramenti) al Palermo Pride.
Foto

Porcahontas - Conigli bianchi

"Siamo qui oggi per rifiutare con forza la fobia dell’HIV che da 40 anni espone i nostri corpi e le nostre comunità allo stigma e a nuove continue infezioni.  

In Italia questo tema è stato troppo poco nominato, sia dai movimento che dalle istituzioni. Prima di noi non c’era neanche una parola per descriverlo questo stigma. E’ per questo che siamo nate: per prendere parola sulle decisioni che vengono (e più spesso NON VENGONO) prese sui nostri corpi, per liberarci da uno stigma che non ha mai avuto senso di esistere, ancor meno oggi! Per dare un nome alle cose. Il nome che abbiamo trovato è SIEROFOBIA. E ci riguarda tuttə, tutte e tutti.

Per troppi anni le tante di noi che vivono con HIV non hanno trovato uno spazio sicuro all’interno delle nostre assemblee e dei nostri Pride. Nemmeno la nostra comunità è stata immune all’ignoranza e ai pregiudizi sull’HIV! Dopo più di 40 anni di epidemia, dobbiamo invertire la rotta.
SIAMO TUTTƏ SIEROCOINVOLTƏ!
Questo non può essere solo uno slogan, ma dobbiamo impegnarci affinché questo grido diventi una pratica politica quotidiana. Trasformiamo la nostra comunità in uno spazio sempre più accogliente e sieroconsapevole.

Chi vive con HIV e assume la terapia NON trasmette il virus.
U EQUALS U, UNDETECTABLE UGUALE UNTRASMITTABLE
, non rilevabile significa non trasmissibile. Su questo la comunità scientifica non ha più dubbi da anni. È inaccettabile che ancora molt
ə di noi invece dubbi ne abbiano, e che paure irrazionali marginalizzino le persone che vivono con HIV.
La paura non ha come unico risultato lo stigma, ma diventa la paura di farsi il test, l’affidarsi alla scaramanzia rispetto alle infezioni sessualmente trasmissibili, il deresponsalizzarsi dicendosi: “preferisco non sapere”.
Prendersi cura significa prendersi cura della propria salute, ma anche della salute dellə altrə, dellə nostrə partner sessuali, del nostro collettivo livello di consapevolezza e della nostra capacità di far valere tutti i diritti sulla salute sessuale.

Polonia, Bulgaria, Romania, Lituania, Cipro e Italia.
Questi gli unici sei paesi d’Europa a non avere l’Educazione sessuale e all’affettività nelle scuole. A negare un diritto universale. Questa cosa, da sola, dovrebbe farci mobilitare con ferocia.

Stiamo lasciando solə milioni di giovani, privi di un’educazione al consenso e alla prevenzione, espostə a infezioni che neanche conoscono e ai pregiudizi sulla sessualità che creano così tanta sofferenza e comportamenti dercxzzo.
La situazione non cambierà mai finché come movimento non apriremo un dialogo - anche conflittuale - con chi ha il potere, e il dovere, di cambiare le cose. Non assumerci questa battaglia significherebbe lasciare un’ennesima generazione priva di strumenti di consapevolezza.

Rifiutiamo le discriminazioni sulla base dello stato sierologico, e ringraziamo chi, con il proprio corpo, sta contribuendo a spezzare la catena dei contagi, grazie alla TASP (Therapy as a prevention) ed alla PrEP. L’unico untore oggi è chi permette che l’ignoranza regni ancora sovrana."
"La crisi dell’AIDS ha interrotto una rivoluzione sessuale che aveva appena iniziato a cambiare il mondo: ripartiamo da lì, spogliatə di pregiudizi e armatə di conoscenza fieropositiva."
Foto

VITTO - LABORATORIO SMASCHIERAMENTI

"Con gli Stati Genderali vogliamo aprire un nuovo spazio politico che metta al centro una piattaforma intersezionale di rivendicazioni, che sia fondato sulla cura ed esprima un nuovo modo di fare movimento per la comunità lgbtqia+.

Abbiamo bisogno di un nuovo modo di rapportarci all’istituzione ed alla politica istituzionale che metta insieme rappresentanza e conflittualità a partire dall’autonomia politica della nostra comunità.

La legge 135/90 in materia di AIDS è ormai obsoleta ed inadeguata e pensiamo che vada adeguata al progresso scientifico e sociale di questi trent’anni. La proposta di riforma in commissione affari sociali è stata portata (dall’On. D’attis di Forza Italia) ancora una volta senza coinvolgere la comunità.
E’ stato solo grazie al difficile lavoro delle associazioni che storicamente si occupano di HIV che molte proposte emendative sono state inserite nel testo base, in armonia con il PNAIDS.
E tuttavia anche in casi come questo in cui il lavoro di interfaccia con la politica istituzionale, con grande fatica, sembra portare ad un ascolto, resta che il testo non è ancora non incardinato in aula e non sappiamo se lo sarà mai (sicuramente non per fine legislatura).
Soprattutto, la pdl al momento non prevede variazione di fondi per la sua attuazione rispetto a quanto previsto per la 135/90. I fondi per la formazione (non solo degli operatori sanitari) e per l’accesso agli strumenti di cura e prevenzione sulle IST sono insufficienti e mal direzionati.

Tutto ciò ci dice che una politica di movimento fondata sulla sola rappresentanza non è sufficiente ad evitare che un politico di turno si faccia carico strumentalmente di nostre rivendicazioni, col rischio di giochi politici sui nostri corpi, che si sono avuti con il ddl Zan stesso.

Ecco perché occorre che le nostre rivendicazioni attraversino tutte le piazze e le mobilitazioni, a partire dai Pride! Dobbiamo essere noi a prendere parola per noi stessə e dare voce alle nostre rivendicazioni: AUTONOMIA FROCIA!
  • Vogliamo l’accesso libero, sicuro e gratuito a tutti gli strumenti di autodeterminazione e cura individuale e collettiva della propria salute sessuale, anche per lə minorə! In Italia il test HIV per lu minoru è ancora condizionato dal consenso dellu genitoru. E’ inaccettabile!
  •  Vogliamo centri per lo screening e il trattamento delle IST accessibili, diffusi sul territorio da Nord a Sud, in ogni città, che abbiano un approccio alla salute sessuale non giudicante e non fondato su un’idea normativa della sessualità!  Le strutture sanitarie su base regionale non sono in grado di garantire in modo omogeneo questi servizi che riteniamo essenziali per il benessere e la salute psicofisica della persona e in particolare delle soggettività lgbtqia+
  • Vogliamo la rimborsabilità della PrEP da parte del SSN (Sistema Sanitario Nazionale), uno strumento di autodeterminazione e cura individuale e collettiva che deve essere accessibile a tuttu come nel resto d’Europa, soprattutto a quelle soggettività che pur avendone più bisogno, vi hanno meno accesso come le persone trans e sex worker!
  • Vogliamo campagne pubbliche su U=U ed educazione nelle scuole sul sierocoinvolgimento nell’ambito dell’educazione alla sessualità e all’affettività!
  • Vogliamo strumenti efficaci per combattere le discriminazioni sul lavoro delle persone che vivono con HIV!
Abbiamo bisogno di darci gli spazi per esprimere i nostri bisogni e vivere i nostri desideri!
​
E’ per questo che con Stati Genderali immaginiamo una politica nuova, desiderante che abbatta ogni forma di stigma e sappia costruire pratiche di cura a partire dai nostri infiniti modi di godere!"
Foto

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41anni di stigma possono bastare

7/3/2022

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3 luglio 2022, al centro di Venezia compaiono 41 manifesti illustrati: “REVOLUTION WASN’T TELEVISED. BUT HAPPENED” - “SIAMO TUTTƏ SIEROCOINVOLTƏ” - “40 ANNI DI SIEROFOBIA POSSONO BASTARE” - “FIEROPOSITIVƏ E SIEROCONSAPEVOLI” 

Su ciascuno un messaggio ricorrente: #UEQUALSU

A che rivoluzione affaccia quel # ? 
Per scoprirlo bastano curiosità, accesso a internet e pochi secondi, tre cose che evidentemente mancano alla stampa italiana, che da decenni si ostina su HIV a fare solo sensazionalismo e disinformazione.
Proprio il 3 luglio del 1981 il New York Times annunciò l’esistenza dell’AIDS al mondo, descrivendolo come il “cancro gay”. Fu evidente da subito che il virus riguardava tuttə, eppure non sono bastati 41 anni per rompere quella correlazione nefasta.

Per questo sui muri della città sono comparsi nella notte proprio 41 poster di artivismo contro la sierofobia. Perché le informazioni per circolare hanno bisogno d’aria, di riverberare nello spazio pubblico e produrre conoscenza condivisa, collettiva. 
“Il silenzio è morte, la conoscenza è potere”- così gridano da 41 anni lə attivistə di ACT UP (Aids Coalition To Unleash Power).
Rifiutiamo di rimanere indifferenti di fronte a 41 anni di stigma, rifiutiamo la falsa morale che vorrebbe dividerci tra santə e puttanə, rifiutiamo l’invisibilità che espone le nostre comunità a nuove infezioni e discriminazioni.

U EQUALS U, i corpi delle donne, degli uomini e delle sirene undetectable spezzano la catena dei contagi. Spezziamo il tabù. Assieme. Nella cura reciproca e transfemminista.

SIAMO TUTTE SIEROCOINVOLTE! NON UNA CONIGLIA BIANCA DI MENO.

NUDM Venezia e Conigli Bianchi

*** A tutte le donne HIV positive che subiscono il doppio stigma del giudizio; a quelle che grazie alle terapie non trasmettono l’infezione a partner e figli ma pagano comunque il prezzo di una società ignorante; a tutte quelle a cui è negato l’accesso agli strumenti di prevenzione e la possibilità di prendersi cura della propria salute.
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